Da oggi, 25 marzo 2016, entra in vigore la Legge 23 marzo 2016 n. 41, quella sul cosiddetto omicidio stradale, dal momento che due giorni fa è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 70. Le novità introdotte sono molteplici sia per la platea dei relativi destinatari che per gli ambiti di applicazione a tal punto che, a tutela giuridica di tutte le parti coinvolte in un incidente stradale mortale o con gravi lesioni, diventa nevralgica la fase delle indagini e della corretta segnaletica stradale.
La nuova Legge, richiesta da oltre 10 anni dalle diverse associazioni delle vittime della strada e da diversi ambiti della società civile, ha destato pareri contrapposti circa l’effettivo beneficio. Per cercare di capirne qualcosa in più abbiamo incontrato l’On. Emiliano Minnucci (PD), Deputato dal giugno 2014, membro della Commissione Parlamentare Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro; il Deputato del Partito Democratico è stato sostenitore attivo sin dagli albori della Legge sull’omicidio stradale e lo abbiamo quindi interessato con alcune domande sul tema.
On. Minnucci, quali novità ha introdotto la nuova Legge?
“La modifica principale contenuta nella legge è l’introduzione dei due reati di ‘omicidio stradale’ e ‘lesioni personali stradali’. Aumentano le pene se chi guida è ubriaco o drogato, da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Se il colpevole ha un tasso alcolemico fino a 0,8 g/l o se l’incidente è causato da manovre pericolose la reclusione sarà da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le molto gravi. L’ipotesi più grave di omicidio stradale, inoltre, si applica ai conducenti di mezzi pesanti e agli autisti di autobus anche in presenza di un tasso alcolemico sopra gli 0,8 g/l. Nel caso di fuga del conducente dopo l’incidente scatta l’aumento di pena da un terzo a due terzi, e la pena non potrà essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni. Altre aggravanti sono previste se c’è la morte o lesioni di più persone oppure se si è alla guida senza patente o senza assicurazione. La pena è diminuita sino alla metà quando l’incidente è avvenuto anche per colpa della vittima. In caso di condanna o patteggiamento per omicidio o lesioni stradali viene automaticamente revocata la patente. Un’altra patente sarà conseguibile dopo 15 anni, in caso di omicidio, o 5 anni, in caso di lesioni. Il termine è aumentato nelle ipotesi più gravi, se ad esempio il conducente è fuggito dopo l’omicidio stradale, dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca. Sono queste le novità sostanziali di una legge che, oltre a sviluppare un’azione concreta di deterrenza, rende giustizia alle vittime dei pirati della strada”.
Prima di questa Legge come era disciplinato il caso di omicidio stradale?
“Prima della legge, era previsto il reato di omicidio colposo che prevedeva una pena da sei mesi a cinque anni. Le infrazioni più gravi come l’eccesso di velocità e passaggio col semaforo rosso, inversione su dossi o curve, e guida contromano in autostrada in ogni caso non erano puniti con la reclusione mentro lo stato di ebbrezza era punito con l’arresto fino a 6 mesi per un tasso alcolemico da 0.8 a 1.5, e da 6 mesi a un anno per un tasso superiore 1.5 mg/litro. Per l’omissione di soccorso in presenza di danni alle persone, inoltre, era prevista una pena con la reclusione da sei mesi a tre anni, nel caso di morte o di lesioni a una o più persone, la pena poteva arrivare a quindici anni di carcere”.
Chi ne esprime un giudizio negativo, come nel caso del Senatore Giovanardi e buona parte delle opposizioni, paventa il rischio che un qualsiasi onesto cittadino per una casuale distrazione di guida potrebbe andare direttamente in carcere come un qualsiasi delinquente. Cosa ne pensa?
“A tutti coloro che hanno parlato di ‘vera e propria mistificazione’ rispondo semplicemente con la soddisfazione di tutti i familiari delle vittime e dei cittadini impegnati nelle Associazioni che si sono battute su questa questione fondamentale e che oggi ci ringraziamo per questo importante risultato. La nuova legge, ribadisco, che non si tratta assolutamente di una norma giustizialista ma offre, altresì, due risposte chiare e significative: da un lato, infatti, rende giustizia a tutti coloro cioè che hanno subito un danno fisico o nei loro affetti più cari, dall’altro si pone anche un compito pedagogico ed educativo”.
Il mondo delle Imprese di Assicurazione, anche attraverso l’ANIA, ha espresso un giudizio positivo; come giudica la previsione in alcune polizze rcauto di garanzie che eliminano la possibilità di rivalsa in seguito ad incidente stradale causato dal conducente in stato di ebrezza o di assunzione di stupefacenti?
“L’atteggiamento assunto dalle Imprese di Assicurazione è un atteggiamento positivo. Una scelta che mi auguro possa concretizzarsi nel breve tempo possibile perché rafforzerebbe la volontà, espressa dalla legge stessa, di offrire un vero strumento di deterrenza e dall’alto valore pedagogico ed educativo contro quel sentimento di irresponsabilità e di superficialità che sono le maggiori cause di morti stradali”.
Lo scenario, da oggi in poi, cambia radicalmente; vedremo quali saranno gli impatti e le relative evoluzioni.
Fonte: Intermedia Channel